L’arte non ha confini, spazia in moltissimi campi ed è proprio nella capacità degli artisti che prende vita, si evolve e trasforma in qualcosa di unico, di nuovo, di strepitoso, di bizzarro… Ma perché gli artisti fanno arte? Dipende! C’è chi la fa come atto di protesta, come terapia, per diletto, per lavoro, per smuovere le coscienze… ecco le storie dei protagonisti di questo mese.
ARTE URBANA
L’Urban Art secondo Biancoshock: artista italiano famoso nel mondo per le sue curiose installazioni
Biancoshock, artista milanese 38enne, si esprime principalmente attraverso installazioni urbane che vedono protagonisti segnali stradali, muri, camper abbandonati, tombini, centraline elettriche… La sua visione di Urban Art è in bilico tra ironia e provocazione e offre all’ignaro passante, inconsapevole fruitore d’arte, uno spunto di riflessione in grado di aprire la mente verso nuovi orizzonti. Ad oggi Biancoshock vanta più di 1.000 opere realizzate e ospitate in 27 Paesi nel mondo, lavori che attraverso la documentazione video-fotografica e la diffusione sul web sono diventati permanenti e visibili ovunque. Le sue creazioni, infatti, “esistono in maniera limitata nello spazio, ma persistono in maniera infinita nel tempo”. Documentarle, quindi, è l’unico modo per non perderle per sempre. Tra le sue tante creazioni citiamo la BorderLife: che vede le trasformazioni di tombini in mini locali che fanno capolino ad alcune stanze della casa. La sua recentissima e ultima opera (realizzata in tre esemplari) è il frigorifero smog – che fa il verso al celebre e noto elettrodomestico Smeg – ricreato ridipingendo e arricchendo alcune centraline elettriche con colori vivaci, calamite e cartoline che ritraggono Piazza Duomo avvolta dalla foschia e dallo smog.
CULINARIA
L’arte di far arte in cucina
Jolanda Stokkermans è una donna belga che ha indirizzato le sue passioni: l’amore per l’arte e quello per la cucina, in un’unica direzione. Le sue creazioni culinarie sono delle vere e proprie opere d’arte che le hanno aperto le porte del successo. Grazie alla sua manualità la donna riesce a trasformare una qualsiasi pietanza in una scultura, in un dipinto, in un busto… Per realizzare i suoi capolavori Jolanda impiega dalle due alle quattro ore e tutto ciò che c’è nel piatto, come l’alta cucina insegna, è al 100% commestibile. Tra le sue portate spiccano le figure di diversi animali, i volti di personaggi noti, i paesaggi di celebri quadri… Un dubbio però ci assale: le portate presentate appagano di certo la vista, sarà lo stesso per il palato?
MOSTRE
1920-2020: 100 anni di Federico Fellini
Fino al 15 novembre Palazzo Reale di Milano ospita la mostra: 1920-2020 Federico Fellini. L’appuntamento racconta Fellini e la sua opera attraverso l’esposizione di materiali, documenti e oggetti originali – dai disegni alle caricature fino ai costumi, i bozzetti, le scene dei film, gli schizzi dei suoi sogni in appunti disegnati – ma nello stesso tempo ri-crea quel mondo, “felliniano”, fatto di circhi, di fiere e di bordelli e abitato da marionette, da prostitute, da clowns, da diseredati e vitelloni. L’esposizione, a cura di Vincenzo Mollica e Alessandro Nicosia con Francesca Fabbri Fellini, ha lo scopo di evidenziare la versatilità e l’ecletticismo del noto artista in occasione del centenario della nascita del grande regista.
SPORT
Nudi contro il sistema calcio
L’artista Gerritt Starczewski ha organizzato una partita di calcio dove gli atleti, invece di indossare la classica divisa sportiva, hanno giocato nudi con tanto di zizì e chiappe al vento e vestendo solamente le scarpe da calcio e i calzini per differenziare i team. In assenza della maglia i numeri dei calciatori sono stati dipinti sulle schiene scoperte dei partecipanti.
L’inusuale partita senza veli si è giocata allo Stimberg-stadion a Oer-Erkenschwick come atto di protesta contro il sistema calcio, governato sempre più dai meccanismi che ruotano attorno al denaro (Germania). “Il sistema del calcio è malato, ecco perché ci spogliamo tutti”, ha detto Starczewski alla rivista sportiva 11Freunde riferendosi al recente scandalo/inchiesta che ha travolto il sistema calcio sulla presunta corruzione sollevata da un’indagine penale. Non è, quindi, un caso che la partita si è tenuta mentre le indagini sul presidente della FIFA, Gianni Infantino, continuano e non si placano le ormai innumerevoli critiche sul modo in cui la FIFA gestisce il gioco. Alla rivista sportiva l’artista ha anche ammesso di aver progettato quest’amichevole sfida sportiva contro la dipendenza e l’influenza dei social media e i falsi ideali di bellezza. “L’autenticità del corpo – continua Starczewski – è qualcosa che è assente nel calcio moderno e che si riflette nel modo in cui lo sport vende un certo tipo d’immagine corporea. Anche lì tutto deve essere perfetto e alla fine l’insieme è tutta una questione di commercializzazione”.
FLORA
Le foglie come non le avete mai viste
Jaypoy Sucal in arte lito_leafart è un artista seguitissimo su Instagram per via della sua capacità di trasformare le foglie in creature immaginarie, animali marini e del bosco, ritratti di persona, scene di vita quotidiana, insetti… insomma in qualsiasi cosa. Ogni suo lavoro ha vita breve giacché la foglia con il passare del tempo si secca e sbriciola, ma questo non ha di certo placato Jaypoy che dapprima ha cominciato questo suo percorso per far fronte al disturbo che soffre: deficit di attenzione (ADHD) e successivamente è diventata una passione che l’ha reso famoso in tutto il mondo. Il suo cammino artistico inizia, quindi, come viaggio curativo. Il giovane ha scoperto che realizzare un’opera su foglia gli permetteva di raggiungere la calma e la concentrazione tanto ricercata e più ogni foglia veniva rintagliata minuziosamente e con una cura del dettaglio maniacale e maggiore erano i benefici.
A fine lavoro, visto il rapido decomporsi della foglia, ogni opera è prima messa in controluce – in modo che i raggi solari possano penetrare nei ritagli rilevando il lavoro certosino – e in seguito immortalata fotograficamente per sempre.
ARCHITETTURA
Dispatchwork:, restaurare gli spazi urbani del mondo con il Lego
Jan Vormann ha passato tutta la sua infanzia giocando con il Lego. Il giovane dichiara: ”Passavo ore e ore con i mattoncini e creavo interi quartieri colorati e allegri, che delusione crescere e scoprire che tutto il mondo è grigio”. Ma con il passare degli anni Jan non si è arreso e con il desiderio, covato sin da bambino di dare al mondo un aspetto più gioioso e variopinto, ha deciso di “ristrutturare” le crepe dei muri e gli spazi urbani deteriorati con l’ausilio dei suoi adorati mattoncini. Con il suo progetto, battezzato Dispatchwork, Jan ha invitato tutti gli abitanti del mondo a uscire da casa, recarsi nei luoghi pubblici armati di lego, ripristinare con il colore le parti strutturali mancanti e fotografare l’opera compiuta. Inutile dirvi che l’iniziativa è stata ben accolta tanto da indurre curiosi e associazioni a organizzare gruppi di lavoro dediti all’iniziativa; di riflesso la mappa con la geolocalizzazione delle opere di street art è cresciuta notevolmente. Utilizzare l’arte in un progetto univoco che permette a chiunque di farne parte e di instaurare con dei perfetti estranei delle relazioni è qualcosa, al giorno d’oggi, di davvero unico e prezioso. Ma come e quando è nata l’idea? Da un viaggio in Italia e più precisamente ad ispirare l’artista sono state le crepe nel borgo medioevale di Bocchinaggio in provincia di Rieti. Dal 2007 ad oggi Jan ha ricostruito parti di edifici comuni e monumenti storici in tutti e cinque i continenti, compresa una piccola parte della Muraglia Cinese.
PREMI
È italiano il “Miglior artista al mondo dello zucchero”
Il Sucre d’Or, il premio per il miglior artista al mondo dello zucchero, è andato al romano di origini siciliane Davide Malizia.
Quest’ultimo è il primo italiano ad aggiudicarsi il riconoscimento conferito a livello mondiale da Déco Relief; famosa azienda francese specializzata in ingredienti e materiali per l’alta pasticceria. Il vincitore afferma: “Ricevere questo premio è una soddisfazione immensa… lo reputo un traguardo eccezionale considerando anche l’altissimo livello dei miei predecessori. Quando ho cominciato – conclude il giovane – ero uno dei pochi e non mancava chi mi ripeteva ‘non puoi vivere di zucchero’; ma ho sempre creduto nella mia passione e oggi corono un sogno”. Il premio Sucre d’Or è assegnato ogni dieci anni al miglior talento nella lavorazione dello zucchero artistico da una giuria composta dalle più importanti firme della pasticceria internazionale e proprio per via dall’intervallo di tempo che intercorre tra un’edizione e l’altra il premio assume un’importanza maggiore.