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Suor Teresa Forcades e la giudice Melita Cavallo

Ecco perché noi sosteniamo le famiglie arcobaleno e le adozioni. Sulla maternità surrogata invece le due donne hanno pareri dissonanti

Due donne, una suora e una Presidente del Tribunale per i minori, trovano un punto comune sul sensibile argomento inerente alle unioni civili. Immediatamente, visto l'appartenenza alle rispettive “vocazioni”, verrebbe da pensare che entrambe siano contrarie ai rapporti omosex, invece… Peccato solo che la prima potrebbe presto decidere di ritornare a vivere la sua vita in isolamento, mentre la seconda è da poco andata in pensione. Scopriamo chi sono, perché sostengono le famiglie arcobaleno e il loro punto di vista sulla maternità surrogata.
teresa-forcadesSuor Teresa Forcades da quasi un anno ha lasciato la clausura al monastero di Sant Benet a Barcellona per occuparsi di politica e con le sue dichiarazioni progay si è già fatta una schiera di “nemici”. Le sue parole però hanno conquistato molti cuori aprendo così l'ennesimo dialogo all'interno di una società semplicemente spaventata, vuoi per non conoscenza o per cattiva informazione, dalla comunità gay. Intervistata dal quotidiano Repubblica, la suora teologa dichiara: “Un sacramento è la manifestazione dell'amore di Dio nello spazio e nel tempo. L'amore è sempre sacramento di Dio se rispetta la libertà dell'altro. L'amore possessivo, al contrario, anche se è tra un uomo e una donna, può non essere sacramentale nel significato profondo del termine”. Oltre alle unioni tra persone dello stesso sesso, la religiosa vede di buon grado anche le adozioni nelle famiglie omosex: “Quello di cui i bambini hanno bisogno è di un amore adulto, maturo e responsabile da genitori che antepongano le loro necessità alle proprie e che sappiano nello stesso tempo porre loro dei giusti limiti e aiutarli nel cammino della vita. Il fatto di crescere con due donne o con due uomini non rappresenta nessun problema”. Mentre sulla maternità surrogata il suo pensiero s'inasprisce sia sul piano sociale: “La maternità surrogata è un abuso di potere in un mondo economicamente sbilanciato come quello attuale nel quale viviamo – sia sul piano etico – la psiche di una persona comincia costituirsi durante la gravidanza attraverso la percezione della voce e gli effetti degli ormoni materni”.
melita-cavalloMelita Cavallo, invece, è stata ribattezzata la giudice delle coppie gay, ma come lei stessa ammette in un'intervista pubblicata sul settimanale l'Espresso: “È un errore, sono un giudice e basta… così come ho ritenuto, in sei sentenze, che per quel figlio fosse giusto essere adottato dalla compagna della madre, così ho curato le adozioni di centinaia di bambini nelle coppie eterosessuali”. La Presidente del Tribunale per i minori non ha dubbi “Se fosse giusto per i figli non ho alcun problema a concedere un'adozione ad una coppia di padri omosessuali perché sono i legami affettivi che contano. Ad una coppia di donne l'adozione l'ho negata perché era evidente che il bambino non riconosceva la partner della madre come madre anch'essa. Ma ormai se ne occuperanno i miei colleghi…”. Sulla maternità surrogata il pensiero della donna c'invita a riflettere su un nuovo punto di vista:
“Se posso donare un rene ad un'amica o ad una sorella che grazie a questo sopravvivrà, dov'è lo scandalo di far nascere un bambino grazie all'utero di un'altra donna? È un dono, soltanto come tale deve essere accettato”. La giudice a gran voce ricorda che la “surrogacy” è sempre esistita, solo che veniva applicata diversamente: “Tra i poveri chi aveva molti figli li vendeva a chi non ne aveva… poi venivano in tribunale chiedendo di legittimare quell'adozione di fatto. Negli anni del terremoto dell'Irpinia fu l'apice e i cacciatori di bambini ne approfittarono senza scrupoli. Sulla maternità surrogata, invece, le famiglie ricche pagavano qualche ragazza sfortunata, poi il marito la metteva incinta e la madre naturale alla nascita della creatura scompariva. Successivamente l'uomo riconosceva il bambino e in tribunale la moglie chiedeva l'adozione del figlio del marito”.

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