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LVL Wedding

Wonderkid

Storia di una promessa del calcio in lotta con l’affermazione della sua identità e l’accettazione dell’omosessualità

 

static1.squarespace.comRhys Chapman è il regista del cortometraggio “Wonderkid”, pellicola che mette a fuoco e in relazione l’ambiente calcistico, l’omosessualità e l’omofobia. A riguardo l’uomo ammette: “Questo film racconta la tenacia di un ragazzo che lotta per l’affermazione della sua identità e per l’accettazione dell’omosessualità in un contesto agonistico da sempre risolutamente agnostico”.
Il progetto nasce non solo con l’intento di debellare questa piaga sociale tanto in voga in campo sportivo e in particolar modo nelle attività considerate ad alto tasso di testosterone, ma vuole fornire una panoramica del trauma causato attraverso i pregiudizi. In queste circostanti ostili, fuori e dentro il campo, dichiarare il proprio orientamento sessuale rimane la sfida più dura. Il diritto alla riservatezza è sacrosanto, ma il prezzo da pagare, a livello personale, è molto alto. La paura e il dubbio di non essere accettati si scontra con la certezza di essere derisi.
Per qualcuno tacere è semplicemente un compromesso, una corazza, un quieto vivere, visto che da un recente studio condotto da Kick It Out è emerso che il 39% degli atleti dichiarati è stato tristemente vittima di violenze e/o discriminazioni omofobiche; il 26% ammette di vivere in un clima di nonnismo e omofobia, principalmente durante gli allenamenti o negli spogliatoi/docce. Il film vanta una partnership d’eccezione tra la Football Association, la Premiere League, Adidas, Sky Sports e, ciliegina sulla torta, può contare sull’interpretazione strepitosa dell’attore Chris Mason, già protagonista di “Legend” e “Between Two Worlds”. L’artista dichiara: “Ancor prima dello sportivo dovremmo vedere scendere in campo una persona, sono più di 5000 gli atleti iscritti alla PFE, la lega indipendente dei calciatori professionisti in Inghilterra, tra questi senza dubbio ci sono persone omosessuali e bisessuali che vivono in segreto il proprio essere perché ha paura del preconcetto. Questo – conclude Chris – è ingiusto ”.

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