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Qua la zampa!

I trucchi per educare il vostro pet e gli strabilianti frutti della prima ricerca emotiva e sensoriale su padrone e cucciolo.

Lo sapevate che il vostro amico a quattro zampe impara i comandi più velocemente se viene premiato per un comportamento corretto piuttosto che se viene punito per una condotta errata? Gridando, o peggio ancora sculacciando il vostro pet, creerete un clima di paura e di tensione poco consono all’insegnamento costruttivo in quanto le punizioni violente non plasmano animali ubbidienti, ma animali che, forse, obbediscono solo perché hanno paura. Inoltre il timore (sia nell’uomo sia nelle bestie) provoca reazioni, differenti e incontrollate che, di volta in volta, portano a risposte diverse come la ribellione, il ringhiIo, l’aggressione… Contrariamente l’azione di ricompensare e di coccolare il vostro cucciolo, quando fa qualcosa di giusto, favorisce nell’animale l’interiorizzazione del comportamento da voi desiderato e solidifica, in modo positivo, il vostro rapporto.
Durante le fasi dell’insegnamento munitevi di calma, di pazienza e di positività poiché una recente ricerca – del team diretto dal Professor Biagio D’Aniello del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo Federico II che è stata riportata sul quotidiano londinese “The Times” – dimostra che non solo i cani sono in grado di percepire le emozioni umane in assenza d’indicazioni visive o acustiche, ma anche che i loro comportamenti, così come i loro stati fisiologici, sono condizionati dagli stati emotivi umani. I test che hanno portato a questa scoperta si sono svolti in questo modo: alcune persone di ambosessi sono state divise in due gruppi, al primo sono state stimolate le emozioni della paura e altre della felicità, successivamente con dei tamponi sono stati raccolti dei campioni del loro sudore. In seguito questi campioni sono stati fatti fiutare ai cani in una stanza etologica in cui erano presenti sia il conduttore del cane, sia un estraneo. La ricerca ha rilevato che il battito cardiaco e l’umore degli animali cambiavano in base al tipo di emozione che avevano vissuto i loro padroni: quando i cani fiutavano i tamponi dei loro amici bipedi che avevano vissuto momenti di paura, il loro corpo rispondeva con l’innalzamento dei livelli di stress e del battito cardiaco, rispetto ai cuccioli ai quali era stato fatto annusare il tampone dei loro padroni che avevano vissuto stimoli di felicità. Inoltre i “tamponi della felicità” inducevano i cani ad avere più contatti con l’estraneo presente nella stanza. In sostanza, i cani in questa condizione diventavano più confidenti verso l’estraneo e ricercavano il loro conduttore con minore assiduità. Questo studio è il primo a rilevare l’impatto dei segnali chimici degli stati emotivi umani sul comportamento del cane verso le persone, mettendo in rilievo l’importanza della comunicazione emotiva interspecifica.
ciò confermerebbe quello che da molti anni i padroni di cani e di gatti affermano a gran voce: “ Il mio cane mi capisce, sa quando sono felice e quando sono triste”.
Il connubio tra persone e animali domestici è, come confermano i dati raccolti dall’ultimo rapporto dell’Eurispes, sempre più solido: non sono solo in crescita le famiglie, tre su 10, che accolgono un pet, soprattutto cani (63,3%) e gatti (38,7%), in casa, ma è aumentato, considerevolmente, il numero dei padroni, il 31,4% nel 2018 rispetto al 15,4% nel 2017, che spende da 51 a 100 euro mensili per cibo, vaccini, spese veterinarie, igiene e pulizia del proprio amico a quattro zampe. Ecco che l’animale domestico entra a far parte della vita famigliare a tutti gli effetti e viene considerato un vero e proprio membro del nucleo tanto da permettergli molte “libertà umane.” Attenzione però perché tale comportamento, alla lunga, può causare una non proprio facile convivenza (fuori e dentro casa) e una complicata condivisione degli spazi. per questo motivo vi suggeriamo di educare il vostro pet non appena posa la zampa nella sua nuova casa, ciò eviterà che assuma atteggiamenti sbagliati difficili da eliminare o da gestire successivamente. Ecco alcuni consigli per cani e per gatti. RELATIVAMENTE a questi ultimi qualcuno potrebbe domandarsi: perché formare un gatto, animale in genere poco incline all’addestramento? Semplice, un micio educato è più facile da curare e da governare e in ogni caso l’educazione – confidenza con gli strumenti essenziali come il trasportino, il collarino, la pettorina, il guinzaglio, il tiragraffi, la lettiera – non deve mai e poi mai essere confusa con l’addestramento. Ovviamente non si può pensare, nella normalità dei casi, di avere un gatto che si comporta come un cane poiché i gatti hanno esigenze e un’autonomia diversa rispetto ai cani. non per questo però non devono essere educati, ad esempio, a non salire sul tavolo mentre si mangia, a non graffiare i mobili e gli ospiti, a non sporcare in giro…
Educare un cane, invece, significa non solo fargli prendere familiarità con alcuni oggetti sopra elencati (guinzaglio, pettorina trasportino…), ma anche abituarlo a vivere e muoversi fuori di casa in un determinato contesto cittadino dove i marciapiedi stretti, le aree svago limitate e la presenza di estranei o di altri animali e il via vai di vari e mezzi di trasporto, possono mettere in serie pericolo la sua, la nostra e l’incolumità degli altri.  In altre parole dobbiamo erudire Fido ad essere partecipe della nostra società. La fase dell’addestramento viene, semmai, in un secondo momento e serve per valorizzare, ad esempio, le sue peculiarità nello sport (Agility, Mobility e Rally Obedience …). Fatta chiarezza sull’importanza di educare il nuovo arrivato, ecco i nostri consigli e i trucchi per raggiungere i primi obiettivi. innanzitutto, però, è bene delucidarvi su un aspetto molto importante che deve essere tenuto come esempio per qualsiasi azione e interazione tra voi e il vostro animale.  Tenete bene a mente che non potete pretendere che il vostro cane sia in grado di riconoscere un look da tutti i giorni con uno elegante, non è proprio alla sua portata, perciò o gli insegnate a non mettervi mai le zampe addosso, oppure mettete già in conto che quando vi siete tirati a lucido per uscire lui potrebbe saltarvi in braccio sporcandovi. Stesso discorso vale per il divano nuovo: se lui è stato abituato a salire sul divano vecchio, state pur certi che lo farà anche con il sofà appena acquistato. Le sessioni di lavoro tra voi e il vostro pet devono essere interpretate come un gioco, non devono durare più di 20 minuti e possono essere ripetute anche due o tre volte al giorno (mattina presto, metà pomeriggio, tarda sera – sessioni ben distanti tra loro).  Andare oltre senza la supervisione di un esperto è assolutamente sconsigliato e controproducente. Per evitare di compromettere la sua forma fisica e tenendo in considerazione che la fase d’addestramento prevede dei “bocconcini extra” fuori pasto, sarà opportuno bilanciare la razione del cibo quotidiano durante i pasti. Il premio è sempre strettamente collegato allo svolgimento completo di un comando. per questo motivo evitate, sempre, di dare del cibo gratis al vostro quadrupede se non se lo è guadagnato. Questo suggerimento deve essere preso alla lettera, principalmente durante le prime fasi dell’educazione, non solo per non compromettere l’insegnamento, ma anche per non confondere l’animale. Il binomio “premio extra = compito eseguito” deve sempre essere al centro dei vostri e dei suoi pensieri. Il boccone premio, come tale, non deve essere il solito croccantino che Fido o Micia consumano durante il pranzo o la cena, ma qualcosa di diverso e di più sfizioso, altrimenti che compenso è?! Questo perché alla lunga l’animale saprà che se svolgerà bene il compito sarà premiato con qualcosa di molto buono e diverso e sarà più invogliato a portare a termine il compito. A comando eseguito (non durante) la bestiola va immediatamente premiata. Pochi attimi dopo ripetete il medesimo esercizio più volte. Nei giorni a seguire ripetete lo stesso esercizio e fatelo fino a quando non sia stato completamente assimilato dal vostro amico peloso, solo allora potrete procedere con un nuovo compito senza trascurare i vari ripassi. Per l’addestramento privilegiate sempre luoghi tranquilli e senza distrazioni. Seduto, no! vieni… la parola chiavE di ogni singolo comando deve sempre essere una, sempre la stessa e non cambiare di volta in volta. Per rendere l’addestramento efficace bisogna partire da aspettative realistiche e non pretendere troppo dalle prime fasi. Quando l’animale assocerà “ricompensa = compito da svolgere” diventerà tutto più facile e si potrà iniziare ad alzare l’asticella. L’animale va addestrato quando ha fame, altrimenti la ricompensa di cibo non sarà uno stimolo produttivo. Anche le coccole  in fase di addestramento sono un premio, ma da  sole invoglieranno meno il vostro pet. L’abbinamento perfetto è coccola, elogio vocale, più cibo.

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