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Baba Yaga: un viaggio fantastico tra sogno e realtà!

Ciao, come ti chiami e qual è l'origine del tuo nome?
Ciao! Il mio nome è Baba Yaga, nasce da una delle leggende russe più famose che racconta di una strega molto temuta per la sua capacità di trasformare la realtà a suo piacimento. Per questo motivo ho deciso di fare di Baba Yaga il mio alter-ego e iniziare così un viaggio fantastico tra realtà e sogno.

Da quanti anni lavori come drag queen?
Il mio percorso come drag queen è iniziato da poco. Fin da piccolo ho sempre amato il trasformismo, i costumi elaborati e il make up, ma il desiderio di intraprendere la carriera della Drag queen è uscito fuori circa un anno fa.

Quali sono le tue muse ispiratrici?
Se devo essere sincero non ho delle vere e proprie muse. Quando creo uno show, un costume, un make up, lascio che la testa viaggi con la fantasia. Cerco di carpire le immagini che la mia mente mi offre così da poterle rendere reali.

Perché hai iniziato questo percorso?
Ho voluto intraprendere questo viaggio per poter mostrare a tutti la mia essenza nascosta. Baba Yaga è la valvola di sfogo per tutte le mie idee, le mie fantasie e per tutti i miei incubi.
Cosa vuoi che la gente veda in te?
Tutto ciò che desidera, l'unica cosa che mi importa veramente è di lasciare un pezzetto di me nel cuore del pubblico che mi guarda.

Che cosa è successo dopo la vittoria del titolo nazionale?
Ma perché? Ho vinto veramente io?! Pensavo fosse una battuta! Comunque, scherzi a parte… sicuramente una risposta mediatica c'è stata. Ho ricevuto vari ingaggi a livello nazionale e adesso lavoro in uno dei locali più prestigiosi di Roma. Devo dire che Miss drag queen Italia sia stato il trampolino di lancio per la mia carriera.

Saresti in grado di portare avanti un discorso portato più sul sociale parlando di omofobia e diritti negati?
Io penso di sì. Anche io sono stato vittima del bullismo e dell'omofobia e come tanti ragazzi della mia età ho sofferto la condizione di sentirmi diverso. Baba Yaga è solamente una parte di me, dietro alla quale c'è un ragazzo omosessuale che vive in una società di tabù, dove l'amore tra due persone dello stesso sesso è visto ancora come una perversione o, peggio ancora, come una malattia. Io credo che anche la drag queen sia fondamentale per mostrare al mondo che essere diversi è la condizione umana che ci rende tutti unici e inimitabili.

Dove ti vedi tra dieci anni?
Questa è una bella domanda. In questo momento mi viene difficile rispondere. Mi piacerebbe lavorare all'estero, ad esempio in America o a Londra, dove gli show delle Drag Queen sono degli spettacoli a trecentosessanta gradi, con luci, scenografie e costumi mozzafiato. Però preferisco puntare a fare bene il mio lavoro adesso, e poi come si dice “se
son rose fioriranno”.

Saluta e ringrazia chi ti ha permesso di essere quello che sei…
Intanto ringrazio voi per avermi dedicato questo momento! Poi vorrei ringraziare le persone che mi hanno aiutato in questo percorso, le mie madrine e i tutors del Triveneto, la mia famiglia che nonostante tutto mi è sempre accanto, tutti i ballerini e coreografi che ogni giorno mi aiutano a creare show sempre diversi e ringrazio anche me stesso per non aver mai smesso di inseguire il mio sogno.

a cura di La Wanda Gastrica

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